Queste ossa inaridite possono vivere di nuovo?

Di Gordon D. Fee, teologo pentecostale.

Per Paolo, il ruolo principale dello Spirito è di essere quell’elemento essenziale di tutta la vita cristiana, dall’inizio alla fine. I credenti in Cristo sono prima di tutto “uomini dello Spirito”: vivono dello Spirito, camminano nello Spirito, sono guidati dallo Spirito, portano il frutto dello Spirito e seminano nello Spirito. Senza voler giudicare, osservo che in gran parte della sua storia la chiesa ha vissuto un po’ al di sotto di questa vita nello Spirito.

Ma non voglio tornare a una “Chiesa primitiva” […]. Ciò che desidero è piuttosto una riappropriazione della prospettiva paolina dove tutta la vita cristiana è fondamentalmente una vita nello Spirito.

Piuttosto che “abbattere i vecchi granai e costruirne di nuovi”, abbiamo bisogno dello Spirito per portare vita alle nostre istituzioni, teologie e liturgie di oggi. “Possono queste ossa inaridite rivivere?” chiese il Signore al profeta. “Tu lo sai”, rispose, e vide come lo Spirito ridava vita a ciò che già esisteva.

Troppa acqua è già passata sotto i ponti perché possiamo credere che, per qualche miracolo, un’unità visibile delle nostre strutture, teologie e liturgie sia possibile. Ma di tanto in tanto, quando il fattore umano non è un ostacolo, lo Spirito ha già dato al popolo di Dio di sentire che è unito, nonostante le differenze di confessione. La Chiesa è con noi, siamo noi che la formiamo, nel suo stato attuale e nelle sue strutture. Che lo Spirito del Dio vivente sia riversato di nuovo su di essa affinché sia vivificata in questo mondo presente, finchè Cristo ritorni di nuovo.

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da God’s empowering presence, the Holy spirit in the letters of Paul, Hendrickson, 1994, Massachusetts, p. 899-902.

oppure
Paul, the Spirit and the People of God,
Hendrickson, 1996, Ma, p. 184-188.
disponibile in pdf qui https://fbcclassroom.com/wp-content/uploads/2021/11/Paul-the-Spirit-and-the-Peopl-Gordon-D.-Fee.pdf

INTERCESSIONI

Preparato dai nostri fratelli e sorelle dell’Abbazia Notre-Dame des Dombes.

1/ Grazie Signore per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si è appena conclusa – per tutti questi bei momenti di celebrazione, di preghiera e d’incontro.
A Bourg en Bresse una celebrazione ecumenica ha riunito un centinaio di cristiani di cinque Chiese. A seguito di questo incontro, un tempo fraterno è stato fissato all’Abbazia des Dombes per riunire i fratelli e le sorelle responsabili di queste diverse Chiese.

Ti affidiamo, Signore, tutte le iniziative che nasceranno come risultato di questa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Che non sia una parentesi, ma un trampolino per una maggiore fratellanza tra i tuoi figli.

2/ Giovedì scorso, 20 gennaio 2022, il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ha pubblicato un documento sulle conseguenze dell’attuale pandemia per le relazioni ecumeniche. Il testo, intitolato “L’ecumenismo al tempo della pandemia: dalla crisi all’opportunità”, identifica le sfide a cui sono confrontati i movimenti ecumenici in un mondo post-pandemico.

Ti preghiamo, Signore, che nell’attuale situazione sanitaria possiamo cogliere le opportunità di condivisione, per una più grande comunione tra le nostre Chiese.

3/ Ti affidiamo, Signore, tutti i paesi in guerra. Vieni visitare in particolare il conflitto ucraino, che mette ulteriormente in difficoltà l’unità delle Chiese Cristiane in un contesto politico-religioso già teso.

Che il tuo Spirito Santo, Spirito di Pace e di Riconciliazione, ispiri i dirigenti politici e tutti i responsabili religiosi. Ispira loro delle parole giuste per far cessare le ostilità.